Arrivo a Devero dopo un viaggio di 600 km e mi accorgo subito che c’è qualcosa di diverso quassù. Devo lasciare il camper nel parcheggio e proseguire a piedi per raggiungere il paese, il traffico è interdetto e una sbarra che blocca l’unica strada di accesso non lascia adito a dubbi. Non è un problema, vorrà dire che nei prossimi giorni l’esercizio fisico sarà garantito.
Il tempo è perturbato, piove a tratti (...) Pazienza, cercherò di sfruttare la luce diffusa e le atmosfere sospese del tempo nebbioso, che altro fare? (...)
Prima di venire ho contattato la direzione del parco, che si è dimostrata collaborativa. Il giorno seguente, entro nel bar all’inizio della salita che conduce al paese per un caffè e da lÌ telefono al direttore Ivano De Negri, che rende subito disponibile un rifugio all’Alpe Forno dove potrò sostare per un paio di notti, visto che le previsioni - piuttosto negative - parlano a breve di una finestra di bel tempo da sfruttare al volo.
Radames, la guida che dovrebbe accompagnarmi è però al momento impegnato e allora, parlando con Andrea, che gestisce il bar insieme a Monica, salta fuori che sarebbe disponibile lui ad accompagnarmi. Dopo una bella chiacchierata si è creata subito sintonia.

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